I giornalisti non sanno più fare i giornalisti?
O anche: la stampa di settore ha un problema? Non sono la prima a chiederselo, e quello che è successo a Sanremo forse ne è un po' la prova
Rieccoci, dopo la pausa sanremese con “Raccoglitore Sanremo”, che devo dire vi è piaciuto, e quindi “grazie, grazie, grazie” (cit. come sempre a Guè, perché mi fa troppo ridere).
Comunque, in questi giorni si è parlato molto di Geolier, e lo saprete anche se non avete seguito il Festival. Sono rimasta abbastanza perplessa (e fortunatamente non sono l’unica) dalle domande poste in conferenza stampa da una giornalista di una radio locale pavese dopo la vittoria di Geolier nella serata della cover. «Io mi sento a disagio a rispondere a questa domanda» ha risposto il rapper napoletano, dopo che la giornalista gli ha chiesto (con un tono che lasciamo perdere) se non si “sentisse un po’ a disagio ad aver rubato la vittoria della serata delle cover”.
Ora, davvero, al di là del tono e dei modi spiacevoli utilizzati, quello che è successo porta a domandarsi quale sia il criterio con cui vengono selezionati/invitati i giornalisti al Festival di Sanremo.
Gli artisti che partecipano a Sanremo vengono annunciati due mesi (non due giorni) prima del Festival. Dopo aver pronunciato il classico “ma chi cazzo è?”, c’è tutto il tempo per informarsi e prepararsi. Adesso, non dico che uno debba studiarsi la biografia di tutti gli artisti, leggere tutte le interviste, scrollare tutti i loro social. Basterebbe semplicemente, per velocizzare i tempi, aprire Spotify o una qualsiasi piattaforma musicale di streaming.
Non sai chi è Geolier? Il problema è tuo. Ad oggi (e lo scrivo tenendo aperto Spotify), il rapper napoletano conta 6.285.573 ascoltatori mensili. Il coraggio dei bambini, il suo ultimo album, è il disco più venduto del 2023. Comunque, se proprio uno non ha voglia di leggersi articoli su articoli, basta aprire Wikipedia.
Questo discorso può essere applicato a qualunque settore, non solo alla musica. Il problema è che questa cosa risulta, secondo me, molto meno evidente su altri temi perché come il Festival di Sanremo in Italia, a livello di attenzione da parte del pubblico, c’è poco e nulla.
E i giornalisti, oltre a ricercare i loro 5 minuti di celebrità, dovrebbero essere credibili, fare bene il loro lavoro e, perché no, lasciare spazio a chi, con la musica, ci lavora davvero tutti i giorni.
Un ricambio generazionale è necessario? Forse no. Forse, più che di ricambio generazionale, il Festival dovrebbe aprirsi, come suggerisce Marta Blumi Tripodi nel suo articolo Cosa non è andato bene nel finale di Sanremo, pubblicato su Outpump:
L’auspicio per l’anno prossimo, insomma, è che venga sì mantenuto quel prezioso strumento di tutela dell’eccellenza che è il voto della sala stampa, ma che sempre più realtà che seguono il rap e la musica di oggi entrino a farne parte, in modo da bilanciarne meglio gli equilibri.
🎵 MUSICA
Vi ho già tediato a sufficienza con Sanremo. Quindi, ecco un po’ di musica “out of Sanremo”:
Memoria, LA SAD, bnkr44
Louder, Dotan
Complicarti la vita, Dargen D’Amico, Beatrice Quinta, Guè
Hocus Pocus, Unknown T, Loyle Carner
Sundial, Noname (album)
📚 LIBRI
Per questa settimana la rubrica dedicata ai libri vi saluta da casa. Sono quasi alla fine di Mai stata meglio di Monica Heisey e ve ne parlerò in una newsletter futura.
🤸🏻♀️ MI RACCOMANDO
💌 Super grazie ad Alessia Bisini che nella sua ultima newsletter
che mi ha citata, con il “Raccoglitore Sanremo”, tra le donne che hanno scritto del Festival.✍🏻 L’ultima newsletter di Ciro Pellegrino di
, dedicata a Geolier.🌸 Visto che si avvicina San Valentino, su GQ trovate un po’ di aziende che fanno consegna di fiori a domicilio.
👜 Domenica 18 febbraio torna East Market. Come sempre in via Mecenate, come sempre costa 5 euro entrare (maledettiiiii).
📚 Sempre a tema San Valentino, il 14 febbraio torna Te lo leggo negli occhi, lo speed date a tema libri organizzato da Librario ad Ostello Bello (Centrale).
🍕 TINDER DATE
Volevo spammarvi qui la cena di San Valentino organizzata da Ikea, ma purtroppo le iscrizioni sono chiuse. Quindi, proviamo a trovare delle alternative, non necessariamente per San Valentino, anche perché se fate un date il 14 febbraio siete decisamente i miei eroi.
Union Club (Città Studi)
Uno dei miei posti preferiti nel mio quartiere. Sedie e tavolini tutti diverse, tantissime cose appese, un po’ di ordinato-disordine. Carino per l’aperitivo e il dopo cena, soprattutto se vi piacciono i posti easy e senza troppe pretese.PAN (Susa)
Ho già scritto di PAN in una precedente newsletter, ma torno a consigliarvelo perché ieri sono stata a fare il brunch e mi è piaciuto molto. Prezzo nella media dei brunch di Milano, con il plus che il locale è veramente carino e c’è una selezione di prodotti da forno davvero interessanti (e buoni e belli da vedere).
🍤 FRITTO MISTO
Fritto misto davvero ricchissimo per questa newsletter, quindi non mi dilungo troppo:
Abbiamo davvero smesso di fare sesso?
Se Zia Mara diventa Mamma Rai: Dargen, Gialli e il caso Gaza a ‘Domenica In’
Si può fare arte mangiando?
Sempre a proposito di sesso: quello occasionale ci fa sentire meglio? La risposta è no.
Cosa fa la musica al nostro corpo?
Per oggi è tutto. Spero di non prendere insulti di colleghi giornalisti. Vi voglio bene :)